orto di mare
è un amaro nell’aria,
un profumo che scivola addosso
colmando l’impronta del corpo,
un fiato verde di pomodori
lungo il sentiero murato di canne
e senz’ombra, vuoto di passi,
dove s’incamminano suoni
sotto l’altalenante
azzurro del cielo,
tra un oziare di serpi,
tabernacoli d’ore
0+0+0+0+0+0+0
è un amaro nell’aria,
un profumo che scivola addosso
colmando l’impronta del corpo,
un fiato verde di pomodori
lungo il sentiero murato di canne
e senz’ombra, vuoto di passi,
dove s’incamminano suoni
sotto l’altalenante
azzurro del cielo,
tra un oziare di serpi,
tabernacoli d’ore
0+0+0+0+0+0+0
testa d’isola
in mare aperto
chiusi i pensieri
a pergamena
come un’assetata
e guardinga città
di sole
perpetuo lascito
a chi per mare
abita
0+0+0+0+0+0+0
Venturina
un sole sceso in occidente,
orizzontale sopra porte e balconi,
che incocca la via fino al mare
e ai frutteti
solidali i pensieri,
riuniti a scacchiera
- nel bianco, nel grigio,
nell’ocra sbiadito -
senza perifrasi in corso,
attacchi o decessi,
come nell’idefinibile durata al campo,
regnando del dubbio l’ovattata conquista,
docile pertica che affonda nel cielo
0+0+0+0+0+0+0
l’uomo pesce,
salito su dal fiume
(la testa sagomata nel berretto,
liso e brillante come un coperchio
di squame)
tenendo per il braccio la figlia,
con quella presa totale con cui
si stringe un ciottolo in pugno;
paziente d’alghe e tramonti,
scorrente come un pesce lo sguardo:
l’ho visto per un attimo salire
dalla spalletta del ponte, portando
tutta la meraviglia dell’argine,
i suoi imperfetti annunzi
Illust : N. Dal Falco
.
in mare aperto
chiusi i pensieri
a pergamena
come un’assetata
e guardinga città
di sole
perpetuo lascito
a chi per mare
abita
0+0+0+0+0+0+0
Venturina
un sole sceso in occidente,
orizzontale sopra porte e balconi,
che incocca la via fino al mare
e ai frutteti
solidali i pensieri,
riuniti a scacchiera
- nel bianco, nel grigio,
nell’ocra sbiadito -
senza perifrasi in corso,
attacchi o decessi,
come nell’idefinibile durata al campo,
regnando del dubbio l’ovattata conquista,
docile pertica che affonda nel cielo
0+0+0+0+0+0+0
l’uomo pesce,
salito su dal fiume
(la testa sagomata nel berretto,
liso e brillante come un coperchio
di squame)
tenendo per il braccio la figlia,
con quella presa totale con cui
si stringe un ciottolo in pugno;
paziente d’alghe e tramonti,
scorrente come un pesce lo sguardo:
l’ho visto per un attimo salire
dalla spalletta del ponte, portando
tutta la meraviglia dell’argine,
i suoi imperfetti annunzi
Illust : N. Dal Falco
.
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