Accontentarsi
Al
caffè
delle dame,
il rosso ed il nero.
Suadente epifania,
sboccio,
un timbro profano
di cose divine,
mimando una stanza,
un luogo d’intese.
Non mi serve molto,
un po' di vino,
e ancor meno,
mi basta la luce
del vino,
il perdono
che della curiosità
è un dono,
qualche storia
da ripetere
e quelle strette
al cuore;
poi,
gambe e braccia abbandonate;
la mezzanotte
che suoni
ad ogni ora
o quarto d’ora…
risate serie
e un correre lieve
di carezze.
al guado o l’aranceto
l’aranceto là nella valle
ha orecchie verso la sponda del fiume,
ne conosce il disordine e i silenzi
tra la roccia, parete liscia di calcare, e la torma dei pioppi,
colti dal fuoco e dalla secchezza degli anni,
cresce sopra una terra scura, molle, rivoltata e sparsa di viscere verdi,
fili d’erba come alghe, pieni, languidi frutti che affondano
spargendo intorno un fiato dolce, appena alcolico,
è la propria ombra a fargli da recinto sia che schiocchi
la luce del giorno o quella della notte, perché dove s’allunga
il piccolo guado, s’appressa un confine, o meglio,
tacciono i confini e fiero risuona il ritornello di un grido,
sibilo e canto di vaghe sirene, scroscio improvviso di cicale
Al
caffè
delle dame,
il rosso ed il nero.
Suadente epifania,
sboccio,
un timbro profano
di cose divine,
mimando una stanza,
un luogo d’intese.
Non mi serve molto,
un po' di vino,
e ancor meno,
mi basta la luce
del vino,
il perdono
che della curiosità
è un dono,
qualche storia
da ripetere
e quelle strette
al cuore;
poi,
gambe e braccia abbandonate;
la mezzanotte
che suoni
ad ogni ora
o quarto d’ora…
risate serie
e un correre lieve
di carezze.
al guado o l’aranceto
l’aranceto là nella valle
ha orecchie verso la sponda del fiume,
ne conosce il disordine e i silenzi
tra la roccia, parete liscia di calcare, e la torma dei pioppi,
colti dal fuoco e dalla secchezza degli anni,
cresce sopra una terra scura, molle, rivoltata e sparsa di viscere verdi,
fili d’erba come alghe, pieni, languidi frutti che affondano
spargendo intorno un fiato dolce, appena alcolico,
è la propria ombra a fargli da recinto sia che schiocchi
la luce del giorno o quella della notte, perché dove s’allunga
il piccolo guado, s’appressa un confine, o meglio,
tacciono i confini e fiero risuona il ritornello di un grido,
sibilo e canto di vaghe sirene, scroscio improvviso di cicale
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2 commentaires:
J'ai un peu compris je pense ce poème léger mignonnet qui se termine par une chanson interprétée par une cigale !
J'adore ces petits dessins !
Sont-ils de vous ?
les dessins sont fournis par F Simon je ne sais qui les a fait...
D'abord je suis plus âgé que ceux qui les ont produits, & de plus ma maladresse au pinceau ou au feutre font que je suis quasi incapable de faire de même..
Enfin & pour conclure il s'agit de 2 poèmes différents qui doivent se traduire via un traducteur automatique pour avoir une idiée ou une interprétations : traduttore = traditore...
Sergi G
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