Come un nomade che ha trovato casa, Nonno si copre la testa con il colbacco. Vive solitario in una villa sbilenca, piena di angoli vivi e spifferi, di gatti acciambellati. È una casa di lettura in cui l’ospite principale passa molto tempo fuori.
Nonno ci tiene alla crescita regolare della siepe e all’ossatura dei ciliegi. Quando pota, se pota, lascia agli alberi la chioma delle quindicenni.
Come un avaro, conserva le buste di tabacco, perso in un oscuro calcolo delle probabilità. La sua casa ha vino in abbondanza, piante grasse e lucide, grandi tende bianche in cui si rapprende il sole.
Nonno aiuta la terra che lo ripara sotto una piega della coperta, stesa dalla pianura al mare. E le figlie, inquiete come nipoti, lo circondano di salti e risate. Insomma, una festa con i melograni ancora sul ramo.
N Dal Falco
XII-2010
XII-2010
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