samedi 22 mai 2010

Nicola Dal Falco : deux poèsies

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Apollo and Marsyas,
Perugino (Pietro di Cristoforo Vannucci)
(1450-1523)




passò Apollo



per passi divini s’ergono luoghi,
s’affacciano alla mente del mondo,

(e fu così che due architetti sbronzi
sorrisero morendo);

nel tempio è l’ impronta del suono,
la voce che scende, l’atto di intendere l’invisibile,
vedere più sentire;

lasciava, ogni anno, la scena invernale
a Dioniso,
neve arrossata di sogni.



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Il fuoco muove la paglia con languore d’acqua,
scava gole rubizze, dissipando nel fumo giallo
esili cornicioni di cenere, violente arche di profumi
- la malva, il cardo, il papavero, il trifoglio -
quanto di bovino ingreppia il triplo ventre

e sale ripido per la breve cappa dei desideri,
incontrando sopra l’uliveto la brezza che viene dal bosco,
il mattutino respiro d’alberi e uccelli,

così, si compie il sacrificio d’erbe quando
l’orto rispecchia nei suoi incerti frutti il grigio
anteriore del cielo, l’alta, gravida fronte

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