jeudi 18 septembre 2014

Nicola Dal Falco : Una rosa per due







Una rosa per due




di Nicola Dal Falco




Nei tempi andati, si raccontava spesso la storia di due fratelli e dell’ira che cancellò il bel roseto del re.
Tra i torrioni del Catinaccio cresceva un giardino, protetto da un recinto abbastanza alto da segnare un confine e sufficientemente basso per lasciare ammirare le rose che fiorivano in ogni stagione, intrecciando i loro rami a tal punto da formare una siepe ininterrotta di colori e profumi.
Moltissimi uccelli e animali trovavano rifugio all’interno, rallegrando le giornate del re delle rose.
Questo re aveva due figli, nati nel roseto, a cui non chiedeva nulla se non di rispettare una certa rosa che sbocciava all’improvviso poco prima che iniziassero a cadere le prime gocce di pioggia.
In quel lasso di tempo sprigionava un profumo celestiale che racchiudeva in sé l’aroma di ogni luogo in ogni tempo.

Era la rosa della conoscenza.

Fino ad allora, nessuno dei due ne aveva sorpreso l’apertura. E questo fatto la teneva lontana dai loro pensieri.
Capitò, però, che una marmotta si fermasse in mezzo al sentiero tra le rose proprio quando i due fratelli stavano seduti senza far niente.
Fu un attimo: l’animale arricciò il naso, si alzò su due zampe, girò i capo di lato e, quasi festante, iniziò a correre.
I due fratelli balzarono in piedi e iniziarono a inseguirla. 
L’inseguimento durava già da un po’, quando la marmotta decise che ne aveva abbastanza, infilandosi nella sua tana scavata, guarda caso, proprio sotto le radici della rosa della conoscenza.
In quel momento, né l’uno né l’altro potevano immaginare di trovarsi di fronte alla famosa rosa anche se il fatto che la pianta fosse l’unica priva di fiori li lasciava perplessi. 
Stava, in realtà, preparandosi uno di quei temporali 
estivi, preceduti da un brivido di vento, che anneriscono di colpo il cielo.
Dopo un primo e un secondo lampo in lontananza, arrivò 
puntuale il tuono. Un fragore potente si diffuse per l’aria, seguito da un lungo, articolato, brontolio.

Ed ecco, in un attimo, sbocciare ed aprirsi la rosa. 

Ma anziché contemplarla, i due fratelli presero prima a bisticciare, poi ad insultarsi su chi avesse la precedenza per annusarla. 
Passarono alle mani e infine, raccolto ognuno un sasso, finirono con l’ammazzarsi mentre dal cielo scendeva fitta la pioggia.

Da allora, nessuno ha potuto più contemplare il roseto anche se, di tanto in tanto, al tramonto, le pareti di roccia riverberano il fuoco d’ira che travolse i due fratelli. 
Allora, alzando lo sguardo verso le guglie del Vaiòlet, si scorgono ancora i resti del vecchio recinto.




Miti ladini delle Dolomiti
Enrosadira
di Nicola Dal Falco



con le glosse e il saggio
Le rose del ricordo di Ulrike Kindl
Istitut Ladin Micurà de Rü
 www.miwww.micura.itcura.it 
Palombi Editori

Roma – 2014
Pagine 165
euro 15




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